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SOSTANZE D'ABUSO: ALTRE SOSTANZE
 
ABSTRACT Altre Sostanze
(27-05-2002)
La ketamina, scoperta nel 1962, è una sostanza con un'azione complessa sulla sfera psichica con un ampio raggio di azione sulla coscienza, sul cervello e su tutto il corpo in generale. Gli effetti della ketamina sugli esseri umani comprendono elementi psichedelici descritti come modificati stati di coscienza. La ketamina svolge la sua azione come antagonista non competitivo sui recettori NMDA: infatti, la ketamina induce effetti comportamentali nei soggetti sani che rassomigliano all’espressione clinica della schizofrenia, dei disordini dissociativi e dell’intossicazione alcolica. Gli effetti analgesici, anestetici e simpatomimetici della ketamina sono mediati da differenti siti d'azione. Con questa azione sul sistema NMDA, la ketamina avrebbe effetti in diverse aree cerebrali, modificando la modalità d’integrazione dei dati in arrivo, frammentandone l’elaborazione, e inibendo le efferenze. L'effetto della ketamina viene descritto in termini di abbandono del proprio corpo, un percorso verso un tunnel di luce. Di qui il quadro dissociativo, con la possibilità di attribuire ad altri gli aspetti del dolore, dell’angoscia e del distress interno: il soggetto è anestetizzato, ma contemporaneamente è sveglio, e non entra in un coma farmacologico come quello indotto dagli anestetici comuni. L'uso di ketamina è stato posto in relazione con un ampio numero di effetti mentali spiacevoli. Tra i disturbi riportati sono da annoverare: ansia, attacchi di panico, flashbacks, sintomi simili al disturbo post-traumatico da stress e cambiamenti percettivi persistenti. Anche il tono dell’umore può venir coinvolto con l’espressione di mania, depressione e tendenza al suicidio. La ketamina produrrebbe inoltre insonnia, incubi, una sensazione spiacevole di irrealtà, paranoia ed altri falsi convincimenti quali le allucinazioni grandiose, le aggressioni e "emergenze spirituali". A dosi sub-anestetiche di ketamina il battito cardiaco e la frequenza del respiro aumentano, in opposizione a quanto accade con altri anestetici, i quali esercitano un'azione depressiva sul sistema nervoso centrale. Per raggiungere dosi tossiche di ketamina i consumatori debbono deliberatamente assumere un’overdose della sostanza, che nel suo impiego in anestesia ha dimostrato una sostanziale sicurezza: piuttosto, casi di morte sono da attribuirsi agli incidenti occorsi durante gli stati disforici indotti dalla ketamina, e non agli effetti della sostanza in sé. A dosi elevate la sostanza può produrre anche vomito, con la necessità di aspirazione e postura adeguata nel soccorso d’emergenza per pazienti in coma. Nell’animale da esperimento è stata riconosciuta una notevole capacità di rinforzo della ketamina: la stessa infatti risulta capace di indurre un apprendimento condizionato, con la tendenza a reiterare l’assunzione. Questo suggerisce che il farmaco sia capace di instaurare un legame additivo, sotteso alla dipendenza psichica, anche nei soggetti che non ne fanno un uso continuo. Alcuni utilizzatori di ketamina sviluppano una dipendenza dalla sostanza simile alla dipendenza da cocaina, con craving ed elevata tolleranza, ma senza una sindrome d'astinenza fisiologica . La ketamina produce un alterato stato di coscienza che è molto diverso da quello suscitato dalle droghe psichedeliche come l'LSD. Può riprodurre attraverso uno stato allucinatorio specifico tutte le caratteristiche dell'esperienza di nascita-morte, inclusa la percezione di un viaggio attraverso un tunnel, la convinzione di essere morti, la comunicazione con una dimensione trascendente. La perdita di contatto con il mondo reale ed il senso di coinvolgimento in un'altra realtà sono più pronunciate ed effimere che nel caso di assunzione di LSD, con immaginabili conseguenze e rischi sul piano della sicurezza, della conflittualità, della guida dell’automobile.
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