LOGO DRONET
 Home | Chi siamo | Convegni | News & Comunicazioni | Pubblicazioni | Newsletter | Video Gallery   
informazioni perinformazioni per studenti e giovani informazioni per genitori e insegnantiinformazioni per operatori delle tossicodipendenze
mail to   feed rss

APPROFONDIMENTI PER OPERATORI
 
  • Che cos’è la marijuana?
  • Quanto è usata la marijuana in Italia?
  • Quanto è usata la marijuana negli Stati Uniti?
  • Quali sono gli effetti a breve termine dell’uso di marijuana?
  • Gli effetti prodotti dalla marijuana sul cervello
  • L’effetto dell’uso di marijuana sulla salute fisica
  • Marijuana, memoria, e ippocampo
  • Le sostanze simili a THC che si trovano naturalmente nell’organismo
  • Quali sono le conseguenze di un utilizzo di marijuana sul rendimento a scuola, nel lavoro e nella vita sociale?
  • L’uso di marijuana durante la gravidanza può danneggiare il bambino?
  • L’uso di marijuana crea dipendenza?
  • Quali terapie sono disponibili per aiutare le persone che abusano di marijuana?
  • Glossario
  • Bibliografia
  • Che cos’è la marijuana? top
    La marijuana - spesso chiamata “pot” “grass” “weed” (erba, erbaccia), “mary jane” o “mj” - è una mistura verdastro-grigia di foglie, gambi, semi, e fiori della canapa - Cannabis sativa – essiccati e tagliuzzati. La maggior parte degli utilizzatori fuma marijuana in forma di sigarette fatte a mano, chiamate fra l’altro “joints” (spinelli), mentre alcuni usano pipe o pipe d’acqua (“bongs”). Sono anche diventati di moda dei sigari di marijuana (“blunts”). Per fare questi ultimi, coloro che fumano aprono i sigari con un taglio e sostituiscono il tabacco con la marijuana, spesso in combinazione con altra droga come crack o cocaina. La marijuana viene anche usata per tisane e a volta mescolata in pietanze.
    Il principale principio attivo nella marijuana è delta-9-tetraidrocannabinolo (THC) che provoca gli effetti psicoattivi della droga. L'ammontare di THC (che è anche il principio psicoattivo dell’hashish) determina la potenza e, perciò, gli effetti di marijuana. Tra il 1980 ed il 1997, la quantità di THC è aumentata drammaticamente nella marijuana disponibile negli Stati Uniti.
    Quanto è usata la marijuana in Italia? top
    Dai dati sul possesso emerge che la cannabis è la sostanza maggiormente utilizzata in Italia. I dati riguardanti la prevalenza di utilizzo nella popolazione generale confermano la dominanza di cannabis come droga maggiormente utilizzata. Le indagini dell’ESPAD e reports locali confermano questi elementi.
    I dati mostrano anche che l’uso della cannabis sta aumentando sempre di più e indicano che vi è un incremento dei problemi collegati all’uso di questa droga. Comunque, l’indagine ESPAD osserva che l’uso di cannabis nel corso della vita per i minorenni è sceso al 30.9% del 2000, quando invece era salito dal 19% del 1995, al 33% del 1999. Le cifre del ministero della difesa mostrano un continuo incremento sebbene l’informazione non sia interamente comparabile da un anno all’altro. I dati sulla domanda di trattamento mostrano un aumento annuo dell’uso di cannabis come droga primaria e un conseguente declino della stessa come droga secondaria.
    Data la quantità di cannabis confiscata e la sua diffusa disponibilità, non deve sorprendere che ci sia un uso così diffuso all’interno della popolazione.
    Quanto è usata la marijuana negli Stati Uniti? top
    La marijuana è la droga illecita più comunemente usata in America. Più di 83 milioni di americani (37 %) con più di 12 anni di età hanno provato marijuana almeno una volta nella vita (secondo il National Household Survey on Drug Abuse 2001- NHSDA)
    L’uso di marijuana è molto esteso fra gli adolescenti e i giovani adulti. La percentuale di studenti della scuola media che ha ammesso di aver utilizzato tale sostanza è stata in continuo aumento per tutti gli anni novanta. Negli ultimi anni, secondo lo studio Monitoring the Future del 2001, un sondaggio annuale sull’uso di droga da parte degli studenti della scuola Media e Superiore, il livello dell’uso di droga da parte degli studenti dell’ottavo e del decimo anno scolastico si è assestato. Nonostante questo fatto, nel 2001 il 20 % degli studenti dell’8° anno hanno ammesso di avere provato la marijuana mentre il 9% erano utilizzatori “correnti” (definiti come persone che avevano usato la droga almeno una volta nei 30 giorni prima del sondaggio). Fra quelli del 10° anno, 40% avevano provato marijuana almeno una volta nella vita, e quasi il 20% erano utilizzatori correnti. Come ci si potrebbe aspettare, le percentuali di utilizzo fra quelli del 12° (ultimo) anno scolastico erano ancora più alte: quasi la metà aveva provato marijuana e il 22% erano utilizzatori correnti.
    La Drug Abuse Warning Network (DAWN), una rete di lavoro che ha come scopo lo studio dell'impatto della droga sulla salute, ha stimato che, nel 2001, la marijuana era uno dei fattori che ha contribuito a più di 110,000 casi di visite presso i reparti di emergenza negli Stati Uniti, con circa 15 % dei pazienti con un’età compresa tra i 12 e i 17 anni di età e quasi due-terzi di questi erano maschi.
    Nel 1999, il National Institute of Justice’s Arrestee Drug Abuse Monitoring Program (ADAM), che raccoglie i dati da 34 luoghi sul numero di maschi adulti arrestati che risultano positivi per varie sostanze, ha trovato che, mediamente, il 39 % degli adulti maschi arrestati e il 26 % delle femmine risultano positivi per la marijuana. L’ADAM ha raccolto dati sui minori arrestati in nove luoghi e ha riscontrato che la droga più comunemente usata fra questi giovani era la marijuana. Mediamente il 53 % dei minori maschi e il 38 % delle femmine arrestati risultano positivi per la marijuana.
    Il Gruppo di Lavoro Epidemiologico del NIDA (CEWG), una rete di ricercatori che segue le tendenze, il tipo e i modelli d’uso di sostanza nelle maggiori città Americane, trova costantemente che la marijuana è frequentemente usata in combinazione con altre sostanze come la cocaina, il crack, il PCP, la formaldeide e lo sciroppo per la tosse contenente codeina (a volta senza che l'utilizzatore lo sappia). Così i rischi associati con l’uso di marijuana possono essere resi più gravi a causa dall’aggiunta d’altre droghe.
    Quali sono gli effetti a breve termine dell’uso di marijuana? top
    Gli effetti della marijuana cominciano subito dopo l’ingresso della droga nel cervello e durano da una a tre ore. Se la marijuana viene assunta attraverso il cibo o se è bevuta, gli effetti a breve termine cominciano più lentamente, di solito dopo una mezz’ora od un’ora, e durano di più, anche fino a 4 ore. Se l’utente fuma la droga, la marijuana deposita molto più THC nel sangue di quando è mangiata o bevuta.
    Pochi minuti dopo l’inalazione del fumo di marijuana, il cuore dell’individuo comincia a battere più rapidamente, le vie bronchiali si rilassano e si dilatano, e i vasi sanguigni negli occhi si espandono e diventano rossi. Il battito cardiaco, normalmente a 70 o 80 battiti al minuto, può aumentare da 20 a 50 battiti al minuto o, in altri casi, può perfino raddoppiarsi. Quest’ultimo effetto può essere ancora più evidente se con la marijuana vengono assunte altre droghe.
    Quando il THC entra nel cervello la persona comincia a sentirsi euforica. La droga agisce sul sistema di gratificazione del cervello, nelle aree che rispondono agli stimoli della fame e anche agli stimoli prodotti dalle maggiori sostanze di cui normalmente si abusa. Il THC attiva il sistema di ricompensa/premiazione (reward) nello stesso modo in cui lo fanno quasi tutte le sostanze d’abuso, stimolando il cervello a rilasciare dopamina.
    Un utente di marijuana può provare delle sensazioni piacevoli, i colori e i suoni possono sembrare più intensi, e il tempo passare più lentamente. La bocca diventa asciutta e possono verificarsi improvvisamente sensazioni molto forti di fame e di sete. Le mani possono tremare o diventare fredde. Dopo un po’ l'euforia passa e poi l'utente può sentirsi sonnolento o depresso. Qualche volta l’uso della marijuana produce ansia, paura, diffidenza nei confronti degli altri o panico.
    L’uso della marijuana danneggia l'abilità di una persona di memorizzare eventi, richiamarli (cfr. La Marijuana, la Memoria e l’Ippocampo), e di spostare l’attenzione da una cosa ad un’altra. Il THC diminuisce anche la coordinazione e l’equilibrio, legandosi ai recettori dei gangli basali nel cervelletto, le zone del cervello che regolano l’equilibrio, la postura, la coordinazione motoria e il tempo di reazione. Con i suoi effetti sul cervello e sull’organismo in genere, l'ebbrezza di marijuana può essere causa d’incidenti. Diversi studi dimostrano che approssimativamente dal 6 all’11 % delle vittime di incidenti mortali risultano positivi per il THC, e spesso anche per l’alcool.
    Secondo uno studio condotto dalla National Highway Traffic Safety Association (Associazione nazionale per la sicurezza stradale), una dose modesta di marijuana da sola può influire negativamente sulla capacità di guidare, inoltre se questa viene addizionata ad alcool gli effetti negativi diventano ancora più marcatamente vistosi. Gli indici misurati per la capacità di guidare includevano il tempo di reazione, la frequenza di ricerca visuale (dove il conducente controlla le strade laterali), e l'abilità di percepire e/o rispondere a variazioni nella velocità relativa di altri veicoli.
    I tossicodipendenti che hanno assunte dosi alte di tale sostanza possono provare psicosi tossica acuta con la presenza di allucinazioni, illusioni e depersonalizzazione - una perdita del senso dell'identità personale. Anche se le cause specifiche di questi sintomi rimangono ignote, sembra che accadano più frequentemente quando un’alta dose di cannabis viene assunta in cibo o bevande anziché fumato in uno spinello.
    Gli effetti prodotti dalla marijuana sul cervello top
    Quando la marijuana viene fumata, il suo ingrediente attivo (THC) passa per tutto l’organismo, cervello incluso. Il THC si lega ai siti chiamati recettori dei cannabinoidi sulle cellule nervose del cervello ed esercita un’influenza sulla loro funzione. I recettori dei cannabinoidi si trovano soprattutto nelle zone del cervello che regolano il movimento, la coordinazione, l’apprendimento e la memoria, e le funzioni cognitive complesse come il giudizio e il piacere.
    L’effetto dell’uso di marijuana sulla salute fisica top
    È stato dimostrato che l’uso di marijuana aumenta l’incapacità di smettere di fumare tabacco. Un recente studio comparato fra fumatori adulti di marijuana e tabacco e fumatori di solo tabacco, dimostra che la relazione tra l’uso di marijuana e l’abitudine di fumare era particolarmente forte fra coloro che fumavano la marijuana quotidianamente al momento dell'intervista iniziale, vale a dire 13 anni prima dell'intervista di follow-up.
    Uno studio di 450 individui ha verificato che le persone che fumano marijuana frequentemente, ma non fumano tabacco, hanno più problemi di salute e perdono più giorni di lavoro dei non fumatori. Molti dei giorni di malattia in più avevano come causa malattie respiratorie.
    Anche un uso infrequente di marijuana può provocare bruciore e rossore di bocca e gola, spesso accompagnato da tosse pesante. Un individuo che fuma marijuana regolarmente può essere soggetto a molti degli stessi problemi respiratori che colpiscono i fumatori di tabacco: es. tosse abituale, la produzione di catarro, una più alta frequenza di malattie respiratorie acute, un più elevato rischio d’infezioni ai polmoni ed una tendenza a soffrire di ostruzione delle vie aeree.
    L’abitudine di fumare marijuana può anche essere un fattore di causa per il cancro del tratto respiratorio e dei polmoni. Uno studio comparato di 173 pazienti con cancro e 176 individui sani, ha evidenziato che la probabilità di sviluppare cancro alla testa o al collo è più alta fra i fumatori di marijuana, e che questa probabilità è correlata anche con la quantità fumata. Un'analisi statistica dei dati ha indicato che fumare la marijuana raddoppia o triplica il rischio della comparsa di queste forme di cancro.
    La marijuana ha il potenziale di favorire lo sviluppo di cancro, in particolare ai polmoni e alle altre regioni del tratto respiratorio perché contiene agenti irritanti e cancerogeni. Il fumo di marijuana contiene dal 50 al 70 % di idrocarburi cancerogeni in più rispetto al fumo del tabacco. Esso produce anche alti livelli di un enzima che trasforma certi idrocarburi nella loro forma cancerogena, raggiungendo valori che possono accelerare le variazioni che alla fine producono delle cellule maligne. Di solito gli assuntori di marijuana aspirano più profondamente e trattengo il respiro più a lungo rispetto ai fumatori di tabacco, e questo aumenta l'esposizione dei polmoni al fumo cancerogeno. Questi fatti suggeriscono che a parità di sigarette il fumatore di marijuana sia più soggetto ai rischi di cancro del fumatore di solo tabacco.
    Ci possono essere effetti avversi per la salute provocati da marijuana dovuti al fatto che il THC danneggia la capacità del sistema immunitario di combattere le malattie infettive ed il cancro. Esperimenti di laboratorio che hanno esposto le cellule di animali e cellule umane a THC e alle altre sostanze contenute nella marijuana, hanno dimostrato che in molti tipi di cellule immunitarie le normali reazioni di prevenzione di malattia s’inibiscono. Altri studi sui topi esposti a THC, o sostanze simili, hanno rivelato che questi animali avevano una maggiore probabilità di sviluppare infezioni batteriche e tumori rispetto a topi non esposti.
    Uno studio ha indicato che il rischio che una persona subisca un infarto cardiaco entro la prima ora dopo avere fumato marijuana è quattro volte più alto del rischio normale per quel soggetto. I ricercatori hanno ipotizzato che questo può essere in parte dovuto al fatto che la marijuana alza la pressione sanguigna e il battito cardiaco e riduce la capacità del sangue di distribuire ossigeno.
    Marijuana, memoria, e ippocampo top
    Il danno che la marijuana provoca alla memoria a breve termine sembra essere dovuto al fatto che il THC altera il modo in cui l’ippocampo (un'area del cervello responsabile per la formazione di memoria) elabora le informazioni. Ratti di laboratorio ai quali è stato somministrato THC hanno mostrato ridotta la stessa abilità di eseguire compiti che richiedevano l’uso della memoria a breve termine rispetto ad altri ratti con alcune cellule nervose dell’ippocampo distrutte. I ratti trattati con THC avevano inoltre la maggiore difficoltà con i compiti al momento di massima interferenza col normale funzionamento delle cellule dell’ippocampo.
    Man mano che le persone invecchiano, normalmente perdono neuroni nell’ippocampo e con questo la loro abilità di ricordare eventi. L’esposizione cronica a THC può accelerare la perdita di neuroni dell’ippocampo che avviene con l’invecchiamento. In una serie di studi, ratti esposti a THC ogni giorno per 8 mesi (approssimativamente 30 % della loro aspettativa di vita), esaminati a 11 o 12 mesi di età, dimostravano una perdita di cellule nervose equivalente ad animali con il doppio della loro età.
    Le sostanze simili a THC che si trovano naturalmente nell’organismo top
    Molti degli effetti del THC sono dovuti alla loro somiglianza ad una famiglia di sostanze chimiche denominate cannabinoidi endogeni che sono sostanze naturali simili alla canapa. La somiglianza alla forma della molecola di THC di questi cannabinoidi endogeni permette di interagire con gli stessi recettori sulle cellule nervose, con cui i cannabinoidi endogeni interagiscano, ed esercita quindi un’influenza su molti processi. La ricerca ha dimostrato che i cannabinoidi endogeni aiutano a controllare una vasta gamma di processi mentali e fisici nel cervello ed in tutto il corpo, inclusa la memoria, la percezione, la coordinazione motoria fine, le sensazioni di dolore, l’immunità alle malattie e la riproduzione.
    Quando viene inalata la marijuana, la sostanza THC stimola eccessivamente i recettori dei cannabinoidi conducendo ad una disgregazione del controllo normale dei cannabinoidi endogeni. Questa stimolazione eccessiva produce l'ebbrezza provata dai fumatori di marijuana. Col tempo l’abitudine può degradare i recettori dei cannabinoidi, ed è possibile che produca effetti avversi permanenti e contribuisca ad una dipendenza con il rischio di crisi di astinenza.
    Quali sono le conseguenze di un utilizzo di marijuana sul rendimento a scuola, nel lavoro e nella vita sociale? top
    Gli studenti che fumano marijuana ottengono voti più bassi e hanno meno probabilità di diplomarsi alla fine del liceo rispetto ai loro compagni di classe che non fumano. In uno studio comparato i ricercatori hanno sottoposto studenti fumatori e non fumatori di marijuana dell’ultimo anno di scuola a prove standardizzate di abilità verbali e matematiche. Nonostante il fatto che tutti gli studenti avessero segnato punteggi uguali quando erano nel quarto anno di scuola, i punteggi erano significativamente più bassi nel 12° anno fra i fumatori rispetto ai non fumatori.
    Gli operai che fumano marijuana hanno una probabilità più elevata di riscontrare problemi sul lavoro. Molti studi hanno associato l’abitudine di fumare la marijuana tra lavoratori con un aumento di assenze dal lavoro, ritardi, incidenti, domande per compensazione a lavoro e cambiamenti di lavoro. Uno studio fra lavoratori municipali ha riscontrato che i dipendenti che fumavano marijuana (al posto di lavoro o fuori dall’orario di lavoro) avevano mostrato più “comportamenti di ritiro” – per esempio lasciare il lavoro senza permesso, sognare ad occhi aperti, utilizzare l’orario di lavoro per questioni personali ed evitare di conseguire i loro compiti. Tutti questi con un’influenza avversa sulla produttività e il morale.
    La depressione, l’ansia, e disturbi della personalità sono tutti associati all’uso di marijuana. La letteratura dimostra chiaramente che l’uso di marijuana ha il potenziale di provocare problemi nella vita quotidiana o di peggiorare problemi personali già esistenti. Come conseguenza del fatto che la marijuana compromette l'abilità di imparare e ricordare informazioni, un uso più elevato fa sì che la persona sia più soggetto a rimanere indietro nell’apprendere nuove abilità intellettuali, di lavoro e sociali. La ricerca ha inoltre dimostrato che l’uso di marijuana può avere un effetto negativo sulla memoria e sull’apprendimento, per giorni o per settimane dopo gli effetti acuti dell'uso della droga.
    Per esempio uno studio condotto su 129 studenti universitari ha riscontrato che fra gli assuntori abituali di marijuana – coloro che avevano fumato la droga in almeno 27 dei 30 giorni prima dello studio - mostravano una peggiore performance nelle abilità critiche riguardo all’attenzione, la memoria e l’apprendimento, e questo continuava anche se non avevano fumato la droga per più di 24 ore. In questo studio, gli utilizzatori abituali di marijuana avevano maggior difficoltà a mantenere ed a spostare la loro attenzione, o immagazzinare, organizzare ed impiegare le informazioni rispetto ai partecipanti allo studio che avevano usato marijuana in non più di 3 dei 30 giorni precedenti. Di conseguenza, è possibile che una persona che fumi la marijuana una volta al giorno diventi sempre meno efficiente intellettualmente. Più recentemente gli stessi ricercatori hanno riscontrato che un gruppo di utenti abituali di marijuana aveva una ridotta capacità di ricordare le parole in una lista anche una settimana dopo il cessato uso di marijuana, mentre le loro abilità di ricordare tornava normale dopo 4 settimane. Un'implicazione di questa scoperta è che, anche dopo un uso pesante e a lungo termine di marijuana, se l’individuo smette di assumere la droga, almeno una parte delle sue capacità conoscitive può essere recuperata.
    Un altro studio ha fornito ulteriori evidenze sul fatto che gli effetti della marijuana sul cervello a lungo andare possono provocare un deterioramento cumulativo delle abilità importanti per la vita in genere. I ricercatori avevano dato agli studenti dell’ottavo anno una serie di prove per misurare le loro capacità di problem-solving e le abilità emotive. Queste prove venivano poi ripetute con gli stessi studenti arrivati al dodicesimo anno di scuola. I risultati rivelavano che gli studenti che già bevevano alcol e anche fumavano marijuana nell’ottavo anno erano leggermente svantaggiati rispetto ai loro compagni ma questa distanza si era accentuata significativamente giungendo al loro ultimo anno di scuola. L'analisi ha associato l’uso di marijuana, indipendentemente dall’uso di alcol, a una ridotta capacità di ‘self-reinforcement’ - un’insieme di capacità psicologiche che permette all’individuo di mantenere la sua autostima e di perseverare nei propri scopi.
    L’uso di marijuana durante la gravidanza può danneggiare il bambino? top
    Diversi studi hanno dimostrato che i bambini nati da donne che usano la marijuana durante la gravidanza hanno risposte alterate agli stimoli visivi, un aumento di tremori ed un pianto dal tono stridulo che potrebbero indicare problemi di sviluppo psicologico . È stato osservato che durante l'infanzia e gli anni prescolari i bambini esposti al fumo di marijuana hanno più problemi comportamentali e sono meno efficienti dei bambini non esposti ad eseguire compiti di percezione visiva, comprensione linguistica, mantenere l’attenzione e di memoria. È anche più probabile che questi bambini esibiscano a scuola deficit nelle abilità decisionali, nella memoria, e nell'attenzione.
    L’uso di marijuana crea dipendenza? top
    L’uso di marijuana a lungo termine può condurre a dipendenza nei casi di alcune persone; ovvero, loro continuano ad usare la droga abitualmente anche se interferisce spesso con la famiglia, la scuola, il lavoro e le attività ricreative. Il National Household Survey on Drug Abuse nel 2001 ha stimato che 5.6 milioni di americani dai 12 anni in su hanno riportato problemi associati all’uso di droga illecita nei 12 mesi precedenti. Di questi, 3.6 milioni hanno soddisfatto i criteri diagnostici per dipendenza da droga. Nel 1999, più di 220,000 persone che sono entrati in programmi di terapia per abuso di droga riportavano che la marijuana era la loro prima droga di abuso.
    Sintomi d’astinenza possono rendere la cessazione dell’uso della droga difficile per fumatori di marijuana a lungo termine. Le persone che tentano di smettere provano irritabilità, difficoltà di dormire ed ansia. In test psicologici mostrano anche un aumento di aggressività che raggiunge il punto più alto circa una settimana dopo che hanno smesso di usare la droga.
    Quali terapie sono disponibili per aiutare le persone che abusano di marijuana? top
    Sono pochi i programmi di trattamento diretti all'abuso di marijuana, in parte questo è dovuto al fatto che molte delle persone che usano la marijuana la impiegano in combinazione con altre droghe quali cocaina ed alcol. Tuttavia, con l’aumento del numero di persone che cercano aiuto per controllare il loro uso smodato di marijuana, la ricerca si è concentrata sulla individuazione di terapie utili per superare i problemi associati all’uso di questa droga.
    Non ci sono farmaci oggi disponibili per trattare l'abuso di marijuana. Recenti scoperte sui recettori di THC hanno tuttavia hanno fatto sperare che gli scienziati potranno sviluppare farmaci in futuro che inibiranno gli effetti inebrianti di THC. È probabile che tali farmaci possano essere usati per prevenire ricadute, abuso di marijuana o per eliminare la sua attrazione.
    Glossario top
    Astinenza: Sindrome che compare dopo la cessazione o la riduzione nell’uso di una sostanza psicotropa. Varietà di sintomi che si verificano dopo la riduzione o l'eliminazione dell'uso di droga
    Cancerogeno: Qualsiasi sostanza che può provocare il cancro.
    Cannabis: è una delle diverse specie di canapa che germogliano un po' dappertutto nelle zone temperate e tropicali del pianeta. Appartenente anch'essa alla famiglia delle Urticacee, si differenzia dalle altre varietà per la consistente percentuale di cannabinoidi e, in particolare, di THC (v.) contenuta nelle infiorescenze femminili, che ne fa una sostanza stupefacente.
    Dipendenza: Malattia cronica con ricadute, caratterizzata dall’uso compulsivo ed abuso di droga ed associata con alterazioni a lungo termine nei processi chimici nel cervello. Condizione secondaria all'uso cronico di una sostanza che si manifesta con un bisogno fisico e psichico di assumere una determinata sostanza, accompagnato spesso da sindrome di astinenza successiva alla sospensione dell'uso, craving di vario tipo ed intensità in base alla sostanza d'abuso ed alle caratteristiche neuropsichche dell'individuo.
    Dopamina: sostanza chimica del cervello, un neurotrasmittente che si trova nelle regioni del cervello che regola il movimento, l'emozione, la motivazione e il piacere.
    Idrocarburo: in chimica organica, sostanza composta soltanto di idrogeno e di carbonio
    Ippocampo: area del cervello cruciale per l’apprendimento, la memoria e l'integrazione delle esperienze sensorie con emozioni e motivazioni.
    Psicoattivo: Con un effetto specifico sulla mente.
    THC (abbreviazione di Delta-9-tetraidrocannabinolo):principio attivo contenuto in alcune varietà di Cannabis sativa L.
    Bibliografia top
    Johnston, L.D.; O'Malley, P.M.; and Bachman, J.G. Monitoring the Future; National Results on Adolescent Drug Use, Overview and Key findings, 2000. NIH Publication No. 01-4923. Bethesda, MD: NIDA, NIH, U.S. Department of Health and Human Services, 2000.

    2Substance Abuse and Mental Health Services Administration. Summary of Findings from the 1999 National Household Survey on Drug Abuse. DHHS Pub. No. (SMA) 00-3466. Rockville, MD: U.S. Department of Health and Human Services, 2000.

    3ElSohly, M.A.; Ross, S.A.; Mehmedic, Z.; Arafat, R.; Yi, B.; and Banahan, B. Potency trends of delta-9-THC and other cannabinoids in confiscated marijuana from 1980-1997. Journal of Forensic Sciences 45(1):24-30, 2000.

    4Tashkin DP. Pulmonary complications of smoked substance abuse. West J Med. 1990; 152: 525-530.

    5Sarafian TA, Magallanes JA, Shau H, Tashkin D, Roth MD. Oxidative stress produced by marijuana smoke. An adverse effect enhanced by cannabinoids. Am J Respir Cell Mol Biol. 20(6):1286-1293, 1999.

    6Heishman, S.J.; Arasteh, K; Stitzer M.L. Comparative effects of alcohol and marijuana on mood, memory, and performance. Pharmacol. Biochem. Behav. 1997; 58: 97-101.

    7Fletcher, J.M.; Page, J.B.; Francis, D.J.; Copeland, K.; Naus, M.J.; Davis, C.M.; Morris, R.; Krauskopf, D.; and Santz, P. Cognitive correlates of chronic cannabis use in Costa Rican men. Archives of General Psychiatry 53:1051-1057, 1996.

    8Block RI, Ghoneim MM. Effects of chronic marijuana use on human cognition. Psychopharmacology 1993; 100(1-2): 219-228.

    9Principles of Addiction Medicine, Graham AW, Schultz TK, and Wilford BB, eds. Second Edition, American Society of Addiction Medicine, Inc., Chevy Chase, MD, 1998.

    10Ameri A. The effects of cannabinoids on the brain. Prog Neurobiol. 58(4):315-348, 1999.

    11Patrick G and Struve FA. Reduction of auditory P50 gating response in marihuana users: further supporting data. Clin Electroencephalogr. 31(2):88-93, 2000.

    12Jones RT, et al. Clinical relevance of cannabis tolerance and dependence. J Clin Pharmacol. 21(8-9 Suppl):143S-152S, 1981.

    13Srivistava MD, Srivastava BI, Brouhard B. Delta-9 tetrahydrocannabinol and cannabidiol alter cytokine production by human immune cells. Immunopharmacology. 40(3):179-185, 1998.

    14Zhu LX, Sharma S, Stolina M, Gardner B, Roth MD, Tashkin DP, Dubinett SM. Delta-9 tetrahydrocannabinol inhibits antitumor immunity by a CB-2 receptor-mediated, cytokine dependent-pathway. J Immunology. 165(1):373-380, 2000.

    15Goodman and Gilman's The Pharmacological Basis of Therapeutics, Gilman AG, Rall TW, Nies AS, Taylor P, eds. 8th edition, Pergamon Press: New York, NY, 1998.

    16Adams, IB; Martin BR. Cannabis: pharmacology and toxicology in animals and humans. Addiction. 1996; 91:1585-1614.

    17Zhang Z-F, Morgenstern H, Spitz MR, Tashkin DP, Yu G-P, Marshall JR, Hsu TC, Stimson PS. Marijuana use and increased risk of squamous cell carcinoma of the head and neck. Cancer Epidemiology, Biomarkers & Prevention. 1999; 6: 1071-1078.

    18Zhu L, Stolina M, Sharma S, Gardner B, Roth MD, Tashkin DP, Dubinett, SM. Delta-9 tetrahydrocannabinol inhibits antitumor immunity by a CB2 receptor-mediated, cytokine-dependent pathway. J Immunology 2000; 165(1): 373-380.

    19Brook JS, et al. The effect of early marijuana use on later anxiety and depressive symptoms. NYS Psychologist. January 2001: 35-39.

    20Green BE and Ritter C. Marijuana use and depression. J Health Soc Behav 41(1):40-49, 2000.

    21Wilson W, Mathew R, Turkington T, Hawk T, Coleman RE, Provenzale J. Brain morphological changes and early marijuana use: a magnetic resonance and positron emission tomography study. J Addict Dis 19(1):1-22, 2000.

    22Brook JS, Balka EB, and Whiteman M. The risks for late adolescence of early adolescent marijuana use. Am J Public Health. 89(10):1549-1554, 1999.

    23Block RI, Ghoneim MM. Effects of chronic marijuana use on human cognition. Psychopharmacology 1993; 100(1-2): 219-228.

    24Community Epidemiology Work Group. Epidemiologic Trends in Drug Abuse, June 2000. Vol. 1, Highlights and Executive Summary. Bethesda, Maryland; National Institute on Drug Abuse, 2000. NIH Publication No. 00-4739A.

    25ElSohly, M.A.; Ross, S.A.; Mehmedic, Z.; Arafat, R.; Yi, B.; and Banahan, B. Potency trends of delta-9-THC and other cannabinoids in confiscated marijuana from 1980-1997. Journal of Forensic Sciences 45(1):24-30, 2000.

    26Substance Abuse and Mental Health Services Administration. Summary of Findings from the 2000 National. Household Survey on Drug Abuse. Office of Applied Studies, NHSDA Series H-13, DHHS Publication No. (SMA). Rockville, MD, 2001. Tables F.1 and F.2.

    27Johnston, L.D.; O'Malley, P.M.; and Bachman, J.G. Monitoring the Future; National Results on Adolescent Drug Use, Overview of Key findings, 2001. NIH Publication No. 02-5105. Bethesda, MD: NIDA, NIH, U.S. Department of Health and Human Services, 2002.

    32Substance Abuse and Mental Health Administration. 1999 DAWN Detailed ED Data. Web publication: www.samhsa.gov/oas/oas.html. Tables 2.06a,c,e.

    34National Institute of Justice, Arrestee Drug Abuse Monitoring Program. 1999 Annual Report on Drug Use Among Adult and Juvenile Arrestees, June 2000. Washington, DC: U.S. Department of Justice.

    35E.g., Community Epidemiology Work Group. Epidemiologic Trends in Drug Abuse, June 2000. Vol. 1, Highlights and Executive Summary. Bethesda, Maryland; National Institute on Drug Abuse, 2000. NIH Publication No. 00-4739A.

    36Herkenham M., Lynn A., Little M.D., Johnson M.R., Melvin L.S., de Costa B.R., Rice K.C. Cannabinoid receptor localization in the brain. Proc Natl Acad Sci, USA. 1990; 87: 1932-1936.

    37Ohlsson A, Lindgren JE, Wahlen A, Agurell S, Hollister LE, Gillespie HK. Plasma delta-9 tetrahydrocannabinol concentrations and clinical effects after oral and intravenous administration and smoking. Clin Pharmacol Ther. 1980 Sep;28(3):409-16.

    38Goodman and Gilman's The Pharmacological Basis of Therapeutics, Gilman AG, Rall TW, Nies AS, Taylor P, eds. 8th edition, Pergamon Press: New York, NY, 1998.

    39Foltin RW, Fischman MW, Pedroso JJ, and Pearlson GD. Marijuana and cocaine interactions in humans: cardiovascular consequences. Pharmacol Biochem Behav. 28(4):459-464,1987.

    40Chen J.P. ; Paredes, W. ; Li, J.; Smith, D.; Lowinson, J.; Gardner, E.L. Delta 9-tetrahydrocannabinol produces naloxone-blockable enhancement of presynaptic basal dopamine efflux in nucleus accumbens of conscious, freely-moving rats as measured by intracerebral microdialysis. Psychophamacology 1990; 102: 156-162.

    41French, ED; Dillon, K; Wu, X. Cannabinoids excite dopamine neurons in the ventral tegmentum and substantia nigra. Neurosci. Lett. 1997; 226:159-162.

    42Leshner, AI; Koob, GF. Drugs of abuse and the Brain. Proc Assoc Amer Physicians. 1999; 111: 99-108.

    43Pope HG, Yurgelun-Todd D. The residual cognitive effects of heavy marijuana use in college students. JAMA. 1996; 272(7): 521-527.

    44Fletcher JM, et al. Cognitive correlates of long-term cannabis use in Costa Rican men. Arch Gen Psychiatry. 53(11):1051-1057, 1996.

    45Ameri A. The effects of cannabinoids on the brain. Progress in Neurobiology. 1999; 58:315-348.

    46Soderstrom, C. A.; Dischinger, P. C.; Kerns, T. I.; and Trifillis, A. L. Marijuana and other drug use among automobile and motorcycle drivers treated at a trauma center. Accid. Anal. Prev. 25: 131-5, 1995.

    47Principles of Addiction Medicine, Graham AW, Schultz TK, and Wilford BB, eds. Second Edition, American Society of Addiction Medicine, Inc., Chevy Chase, MD, 1998.

    48Goodman and Gilman's The Pharmacological Basis of Therapeutics, Gilman AG, Rall TW, Nies AS, Taylor P, eds. 8th edition, Pergamon Press: New York, NY, 1998.

    49Polen, M. R; Sidney, S.; Tekawa, I. S.; Sadler. M.; and Friedman, G. D. Health care use by frequent marijuana smokers who do not smoke tobacco. West J Med. 158:596-601. 1993.

    50Tashkin DP. Pulmonary complications of smoked substance abuse. West J Med. 1990; 152: 525-530.

    52Zhang Z-F, Morgenstern H, Spitz MR, Tashkin DP, Yu G-P, Marshall JR, Hsu TC, Stimson PS. Marijuana use and icreased risk of squamous cell carcinoma of the head and neck. Cancer Epidemiology, Biomarkers & Prevention. 1999; 6: 1071-1078.

    53Sridhar KS, Raub WA, Weatherby, NL Jr., Metsch LR, Surratt HL, Inciardi JA, Duncan RC, Anwyl RS and McCoy CB (1994). Possible role of marijuana smoking as a carcinogen in the development of lung cancer at a young age. Journal of Psychoactive Drugs 1994; 26(3); 285-288.

    54Hoffman D, Brunnemann KD, Gori GB and Wynder EEL. On the carcinogenicity of marijuana smoke. In: VC Runeckles (Ed): Recent Advances in Phytochemistry. New York: Plenum, 1975.

    55Cohen S. Adverse effects of marijuana: selected issues. Annals of the New York Academy of Sciences 1981; 362: 119-124.

    56Adams, IB; Martin BR. Cannabis: pharmacology and toxicology in animals and humans. Addiction. 1996; 91:1585-1614.

    57Klein, TW; Newton, C; Friedman, H. Resistance to Legionella pneumophila suppressed by the marijuana component, tetrahydrocannabinol. Journal of Infectious Disease. 1994; 169: 1177-1179.

    58Zhu L, Stolina M, Sharma S, Gardner B, Roth MD, Tashkin DP, Dubinett, SM. Delta-9 tetrahydrocannabinol inhibits antitumor immunity by a CB2 receptor-mediated, cytokine-dependent pathway. J Imuunology 2000; 373-380.

    59Mittleman MA, Lewis RA, Maclure M, Sherwood JB, and Muller JE. Triggering myocardial infarction by marijuana. Circulation. 103:2805-2809, 2001.

    60Lynskey M, Hall W. The effects of adolescent cannabis use on educational attainment: a review. Addiction. 95(11):1621-1630, 2000.

    61Kandel DB, Davies M. High school students who use crack and other drugs. Arch Gen Psychiatry. 53(1):71-80, 1996.

    62Rob M, Reynolds I, Finlayson PF. Adolescent marijuana use: risk factors and implications. Aust NZ J Psychiatry. 24(1):45-56, 1990.

    63Brook JS, Balka EB, and Whiteman M. The risks for late adolescence of early adolescent marijuana use. Am J Public Health. 89(10):1549-1554, 1999.

    64Block RI, Ghoneim MM. Effects of chronic marijuana use on human cognition. Psychopharmacology 1993; 100(1-2): 219-228.

    65Lehman WE and Simpson DD. Employee substance abuse and on-the-job behaviors. Journal of Applied Psychology. 77(3):309-321, 1992.

    66Brook JS, et al. The effect of early marijuana use on later anxiety and depressive symptoms. NYS Psychologist. January:35-39, 2001.

    68Green BE and Ritter C. Marijuana use and depression. J of Health Soc Behav 41(1):40-49, 2000.

    69Brook JS, Cohen P, Brook DW. Longitudinal study of co-occurring psychiatric disorders and substance use. J Acad Child and Adolescent Psych. 37: 322-330: 1998.

    70Pope HG, Yurgelun-Todd D. The residual cognitive effects of heavy marijuana use in college students. JAMA. 1996; 272(7): 521-527.

    71Block RI, Ghoneim MM. Effects of chronic marijuana use on human cognition. Psychopharmacology 1993; 100(1-2): 219-228.

    72Pope HG, Yurgelun-Todd D. The residual cognitive effects of heavy marijuana use in college students. JAMA. 1996; 272(7): 521-527.

    73Pope HG, Gruber AJ, Hudson JI, Huestis MA, Yurgelun-Todd D. Neuropsychological performance in long-term cannabis users. Archives of General Psychiatry. Arch Gen Psychiatry. 2001 Oct;58(10):909-15.

    74Scheier LM, Botvin GJ. Effects of early adolescent drug use on cognitive efficacy in early-late adolescence: A developmental structural model. Journal of Substance Abuse 1996; 7(4): 397-404.

    75Lester, BM; Dreher, M. Effects of marijuana use during pregnancy on newborn cry. Child Development. 1989; 60: 764-771.

    76Fried, PA. The Ottawa prenatal prospective study (OPPS): methodological issues and findings - it's easy to throw the baby out with the bath water. Life Sciences. 1995; 56:2159-2168.

    77Fried, PA. Prenatal exposure to marihuana and tobacco during infancy, early and middle childhood: effects and an attempt at synthesis. Arch Toxicol Suppl. 1995;17:233-60.

    78Fried, PA. The Ottawa prenatal prospective study (OPPS): methodological issues and findings - it's easy to throw the baby out with the bath water. Life Sciences. 1995; 56:2159-2168.

    79Fried, PA. Prenatal exposure to marihuana and tobacco during infancy, early and middle childhood: effects and an attempt at synthesis. Arch Toxicol Suppl. 1995;17:233-60.

    80Cornelius, M. D.; Taylor, P. M.; Geva. D.; and Day, N. L. Prenatal tobacco and marijuana use among adolescents: effects on offspring gestational age, growth, and morphology. Pediatrics. 95: 738-743, 1995.

    81Office of Applied Studies. National and State Estimates of the Drug Abuse Treatment Gap: 2000 National Household Survey on Drug Abuse. NHSDA Series H-14 DHHS Pub. No. (SMA) 02-3640. Rockville, MD: Substance Abuse and Mental Health Services Administration, 2002.

    82Substance Abuse and Mental Health Services Administration. Treatment Episode Data Set (TEDS): 1994-1999, National Admissions to Substance abuse Treatment Services, DASIS Series: S-14, DHHS Pub. No. (SMA) 01-3550. Rockville, MD: U.S. Department of Health and Human Services, 2001.

    83Kouri, E.M.; Pope, H.G.; and Lukas, S.E. Changes in aggressive behavior during withdrawal from long-term marijuana use. Psychopharmacology 143:302-308, 1999.

    84Haney, M.; Ward, A.S.; Comer, S.D.; Foltin, R.W.; and Fischman, M.W. Abstinence symptoms following smoked marijuana in humans. Psychopharmacology 141:395-404, 1999.

    85Stephens RS, Roffman RA, Curtin L. Comparison of extended versus brief treatments for marijuana use. J Consult Clin Psychol. 68(5):898-908, 2000.

    86Budney AJ, Higgins ST, Radonovich KJ, Novy PL. Adding voucher-based incentives to coping skills and motivational enhancement improves outcomes during treatment for marijuana dependence. J Consult Clin Psychol. 68(6):1051-1061, 2000.

    87Heyser, C.J.; Hampson, R.E.; and Deadwyler, S.A. Effects of delta-9-tetrahydrocannabinol on delayed match to sample performance in rats: Alterations in short-term memory associated with changes in task-specific firing of hippocampal cells. Journal of Pharmacology & Experimental Therapeutics 264(1):294-307, 1993.

    88Landfield PW, Cadwallader LB, and Vinsant S. Quantitative changes in hippocampal structure following long exposure to delta-9-tetrahydrocannabinol: possible mediation of glucocorticoid systems. Brain Res. 443(1-2):47-62, 1988.

    89Walker MJ, Huang SM, Strangman NM, Tsou K, and Sanudo-Pena MC. Pain modulation by the release of the endogenous cannabinoid anandamide. Proceedings of the National Academy of Sciences. 96(21):12198-12203, 1999.

    90Wenger T, Toth BE, Juaneda C, Leonardelli J, Tramu G. The effects of cannabinoids on the regulation of reproduction. Life Sci. 1999;65(6-7):695-701.

    91Lawston J, Borella A, Robinson JK, and Whitaker-Azmitia PM. Changes in hippocampal morphology following chronic treatment with the synthetic cannabinoid WIN 55, 212-2. Brain Research. 877:407-410, 2000.

    92Chan GCK, Hinds TR, Impey S, and Storm DR. Hippocampal neurotoxicity of _-9-tetrahydrocannabinol. J Neuroscience. 18(14)5322-5332, 1998.

    93Piomelli, D; Giuffrida, A; Calignano, A; Rodriguez de Fonseca, F. The endocannabinoid system as a target for therapeutic drugs. TIPS. 2000; 21: 218-224.
     
    1 ] 
    Primo Piano

    Dipartimento Politiche Antidroga
    Presidenza del Consiglio dei Ministri

    - Prevention Strategy and Policy Makers (IT, EN, FRA, ESP, ARAB, RUS)
    - Principi generali della posizione italiana contro l’uso di droghe (IT, EN)
    - Accordo di collaborazione scientifica Italia-USA (IT, EN)
    - Dichiarazione DPA collaborazioni scientifiche internazionali (IT, EN)

    banner Progetto Comuni Italia

     

    Vocabolari
    VOCABOLARI

    - Alcohol and drug terms - WHO
    - Terminology & information - UNODC

     


    Oggi i giornali parlano di droga





    Home | FAQ's | Site Map | Credits | Help | Informativa sull'utiizzo dei cookie | RSS feed rss
    N N D Network Nazionale sulle Dipendenze