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09-10-2013
I giovani credenti fanno meno uso di droghe, uno studio svizzero
Fonte: Substance Use & Misuse
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Titolo originale e autori: Gerhard Gmel, Meichun Mohler-Kuo, Petra Dermota, Jacques Gaume, Nicolas Bertholet, Jean-Bernard Daeppen, Joseph Studer. Religion Is Good, Belief Is Better: Religion, Religiosity, and Substance Use Among Young Swiss Men. Substance Use & Misuse, 2013; 48 (1-


La fede sembra essere un fattore di protezione contro le dipendenze. Questo è quanto emerge da uno studio condotto dal centro ospedaliero universitario di Losanna (Svizzera) e pubblicato sulla rivista Substance Use & Misuse, che recentemente ha dedicato un intero numero al tema della spiritualità e della religione nelle problematiche legate all’uso di droga.
Gli autori hanno esaminato l'influenza del credo religioso e della spiritualità sul consumo di sostanze stupefacenti legali e illegali al di là del potenziale impatto delle variabili genitoriali.
Hanno partecipato alla ricerca 5387 giovani maschi svizzeri (età media 20 anni) convocati nei centri di reclutamento militare di Losanna, Windisch e Mels tra il 2010 e il 2011. I ragazzi hanno compilato un questionario che indagava il loro credo religioso e altri aspetti spirituali, e sono stati poi suddivisi in cinque gruppi sulla base delle risposte fornite: i "credenti", che credono in Dio e frequentano una chiesa, gli "spirituali", che credono in una potenza superiore ma che non sono praticanti, gli "incerti", che non sanno bene cosa pensare in materia religiosa, gli "agnostici", che partono dal principio che nessuno può sapere se Dio esiste, e gli "atei", che non credono in Dio.
I ricercatori infine hanno valutato l'uso di alcol, tabacco e altre droghe da parte dei ragazzi e hanno trovato che dei 543 giovani che si sono dichiarati "credenti", il 30% fuma quotidianamente sigarette, il 20% consuma cannabis più di una volta la settimana e meno dell’1% ha fatto uso di ecstasy o cocaina nel corso dell'anno precedente. Per contro, dei 1.650 "atei" il 51% fuma quotidianamente, il 36% fa uso di cannabis più di una volta la settimana, mentre il 5% e il 6% ha consumato rispettivamente cocaina e ecstasy nell'anno precedente. Gli altri tre gruppi analizzati si situano nella fascia media tra questi due estremi per quanto riguarda il consumo di droghe.
In conclusione, dai dati risulta che i giovani svizzeri che dicono di credere in Dio, sono meno propensi a consumare droghe rispetto ai coetanei che si dichiarano atei o agnostici. Secondo gli autori, le cifre emerse mostrano come il fatto di essere credenti abbia un'influenza protettiva sul consumo di sostanze stupefacenti, tuttavia lo studio non consente di determinare se le differenze di comportamento siano legate ai valori etici dei ragazzi o al controllo sociale negli ambienti in cui vivono.
Redattore: Staff Dronet
Indirizzo: www.dronet.org
Email: info@dronet.org
 

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