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09-09-2011
DPA: non è il proibizionismo a dar soldi alla mafia ma chi compra e consuma droga
Fonte: Dipartomento Politiche Antidroga
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Pubblichiamo di seguito un articolo scritto dal dott. Giovanni Serpelloni, Capo del Dipartimento Politiche Antidroga.

Non è il proibizionismo a dar soldi alla mafia ma chi compra e consuma droga

Spesso si leggono slogan antiproibizionisti che accusano chi non vuole legalizzare e liberalizzare il consumo di droghe, di sostenere e promuovere i guadagni delle organizzazioni criminali quali la mafia, la camorra o la 'ndrangheta. Questo è anche affermato da Vasco Rossi nelle sue reprensibili esternazioni.
È necessario contestare questo sillogismo in quanto demagogico ed irrazionale ed utilizzato strumentalmente solo per giustificare la legalizzazione delle droghe.
Nel rigettare questa grave accusa del "supportare le mafie" attraverso il proibizionismo, va considerato una cosa molto banale ma altrettanto vera e cioè che queste organizzazioni sono concretamente ed ampiamente supportate esclusivamente da tutte quelle persone che comprano droga dai loro spacciatori fornendo loro direttamente quel denaro che alimenta proprio le organizzazioni criminali. Questa è la semplice e lapalissiana realtà se si vuol vedere ma che da parte di alcuni non si vuole riconoscere. Chi compra droga finanzia le mafie! I giovani sopratutto devono sapere che ogni singola dose acquistata finanzia la criminalità e il terrorismo. Ma chi dà quindi concretamente i soldi a questi criminali? Di chi è questa responsabilità? Sono proprio gli acquirenti diretti che acquistano le sostanze ad alimentare le mafie e non chi asserisce che è meglio non drogarsi e sanziona con leggi il consumo e punisce con la galera lo spaccio. Non c'è nessuno che costringe i consumatori a comperare la cannabis e i suoi derivati, è solo una loro precisa e consapevole scelta per soddisfare proprie aspettative di piacere, non certo per bisogni primari indifferibili.

Deve essere chiaro agli occhi di tutti che chi acquista anche una piccola dose di cannabis e derivati, o di qualsiasi altra droga, per il proprio piacere personale finanzia la violenza e il mal affare delle organizzazioni criminali e del terrorismo. I soldi che vengono messi in mano ad uno spacciatore sono esclusivamente sotto la responsabilità di chi glieli dà. Non c'è nessuna giustificazione né morale, nè sociale, né legislativa che può assolvere o giustificare tale gesto individuale. La cannabis è una sostanza sicuramente tossica (o vogliamo discutere anche su questa evidenza scientifica?) ed è per questo che è illegale e ne viene vietato l'utilizzo e la diffusione, al pari di tante altre sostanze tossiche (e non necessariamente droghe) anche solo sospettate di essere dannose per la salute. Pertanto, chi la acquista sa scientemente che cosa sta facendo e non può scaricare la sua coscienza su responsabilità dello Stato che secondo alcuni movimenti dovrebbe renderle di libero e piu facile accesso, creando anche un reddito per lo stato sulla pelle dei cittadini.

Ben diversa è la situazione di chi, invece, è dipendente da cocaina o eroina e che può comunque fruire, in alternativa all'acquisto di droga dagli spacciatori, di valide offerte terapeutiche sicuramente efficaci e totalmente gratuite presso i servizi sanitari di tutte le Regioni.

Per tutto ciò, finanziare le mafie anche attraverso il piccolo acquisto di droga costituisce un atto moralmente inaccettabile e socialmente biasimabile. La prima responsabilità da invocare quindi è quella individuale e non delle leggi che regolamentano l'accesso a tali droghe.

Lo Stato non può proprio pensare di far aumentare la disponibilità e l'accesso di una sostanza tossica, pericolosa per la salute e in grado di compromettere fortemente il normale sviluppo neuropsichico e sociale degli adolescenti, quale è la cannabis, a scapito quindi della salute collettiva dei cittadini, nel tentativo del tutto illusorio di controllare i flussi dei finanziamenti che vengono generati dai consumatori a favore delle organizzazioni criminali. La legalizzazione porterebbe solo ad un aumento dei consumi cosi come ampiamente dimostrato per l'alcol e il tabacco. La sanità pubblica e la società non può pagare un così alto prezzo e ci sono altri modi molto più efficaci per controllare tale fenomeno e il flusso di denaro conseguente, primo tra tutti la consapevolezza che deve avere ciascun individuo di buona coscienza di non acquistare né consumare droga foraggiando così le mafie.

Per ogni spinello acquistato e fumato, la mafia, la 'ndrangheta e la camorra ringraziano. Si, è vero, ma ringraziano proprio chi l'acquista, minorenne o maggiorenne che sia. Acquistare cannabis dai criminali e fumarla per il proprio piacere, esponendo scientemente la propria salute e quella di terzi a rischi sanitari e sociali è un comportamento individuale socialmente inaccettabile e biasimabile.

La droga non è un bene primario e drogarsi non può essere in alcun modo considerato un diritto individuale. E' demagogico ed ipocrita scaricare sullo Stato responsabilità, quali il comportamento di acquisto, che sono soprattutto del singolo e, per fortuna, solo di una piccola minoranza di cittadini italiani. La stragrande maggioranza dei cittadini italiani per fortuna non usa droghe e non pensa che legalizzare tale uso sia serio, soprattutto per uno stato che deve proteggere la salute dei suoi cittadini ed educare i propri giovani a valori e stili di vita sani e nel rispetto della legalità.

Giovanni Serpelloni
Capo Dipartimento Politiche Antidroga - Presidenza Consiglio dei Ministri

Redattore: Staff Dronet
Indirizzo: Programma Regionale sulle Dipendenze
Email: info@dronet.org
 

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